Quante cose da fare, per far partire questo Grest, che poi non è (più) un “Grest” come quelli ai quali ci siamo abituati! Dalle prime domande che ci arrivano dopo aver spedito alle famiglie le indicazioni per questa attività estiva, mi accorgo che quello che per me sta diventando pane quotidiano, cioè ragionare in termini di procedure di sicurezza, di rischi e di permessi da richiedere alle autorità competenti, per tanti di voi (naturalmente) non lo è. E allora è giusto che condivida con voi alcune cose, anche a nome degli amici dell’oratorio: gli educatori, la cuoca, la segretaria, i volontari del Consiglio dell’oratorio, gli animatori adolescenti.
L’incertezza Durante il tempo della chiusura forzata abbiamo lavorato di fantasia, ma con tanto senso pratico: abbiamo preparato il Grest classico, dal titolo “L’Odissea”. Tutto pensato e calcolato, bellissimo, ma adesso questo lavoro resta “in frigorifero” come un pasto ancora da cuocere, perchè tutto è cambiato! Una settimana dopo l’altra abbiamo aspettato le indicazioni del Governo, della Regione, del nostro vescovo di Verona, del nostro sindaco di Desenzano, ci siamo consultati tra parrocchie vicine; abbiamo ascoltato anche il vescovo di Brescia e abbiamo guardato come si preparano gli oratori della Lombardia. Dato che il nostro servizio si serve di personale stipendiato, abbiamo dovuto confrontarci anche con lo studio del commercialista: e per ogni piccola risposta che intuivamo, si affacciavano numerosi altri interrogativi. Noi vorremmo stare soprattutto con i ragazzi, interessarci del valore educativo dell’oratorio, proporre avventure nuove, invece tanto tempo viene assorbito dalla burocrazia di una vita già complicata, ed ora molto appesantita dall’epidemia che nessuno di noi scorderà più.
Il desiderio Vorremmo che quest’estate fosse ricordata da tanti di noi come l’estate più preziosa degli ultimi anni passata in oratorio. Il Covid ci ha detto, a modo suo, che non possiamo dare più nulla per scontato, dalla libertà di abbracciare un amico o un famigliare, alla nostra stessa sopravvivenza. Tutto può saltare da un giorno all’altro: ecco perché questo Grest è prezioso, perché potrebbe anche non esserci! La cosa più facile sarebbe proprio che non ci fosse. Volete sapere la verità? Una realtà di piccole dimensioni come il nostro servizio di Doposcuola e Grest, potrebbe tranquillamente rintanarsi nel proprio guscio, mimetizzarsi nel disorientamento generale, e farsi bastare il poco che ha per sopravvivere ancora qualche mese. E sperare che dopo l’estate ci sia qualche garanzia in più, qualche rischio in meno per la salute, per i lavoratori, per le responsabilità che ci prendiamo nel aprire l’oratorio.
Si parte Eppure sono convinto di aprire l’oratorio, di attivare il Grest, di prendermi questa responsabilità insieme agli amici dell’oratorio. Insieme a chi vorrà dare una mano: istituzioni cittadine, religiose, associazioni, famiglie, singoli. Sì, ognuno a modo proprio: non lasciamoci bloccare dalla paura dell’incertezza o dalla diffidenza verso il prossimo. personalmente voglio mettermi non tanto nella prospettiva di giudicare qualcuno, quanto quella di ringraziare tutti. Desideriamo che i bambini, quelli che potranno frequentare il Grest, si ricordino che l’oratorio e la parrocchia non li hanno lasciati davanti alla tv: che si ricordino dei nostri volti, anche con le mascherine, e dei giochi fatti insieme, anche se in piccoli gruppi e separati dagli altri. Chiedo a voi di non giudicare quello che la nostra e le altre parrocchie stanno facendo, ma di apprezzare e di collaborare. Non lamentatevi se non riusciremo a coprire con il Grest tutto il pomeriggio, se i bambini che possiamo accogliere sono un quarto degli anni precedenti, se siamo in pochi come adulti, se le rette sono più care. Guardate al fatto che ci mettiamo in gioco, all’oratorio che è aperto, alla disponibilità che offriamo. Chiedetevi che cosa potete fare per noi, per le famiglie che hanno bisogno in questo momento. perchè se “tutto torna ad essere come prima, non andrà tutto bene”. Dice san Paolo che “Cristo non ha considerato un tesoro geloso la sua natura divina”, e si è messo in gioco, è entrato nella nostra vita umana condividendo gioie e dolori fino in fondo: Lui ci precede, Lui ci accompagna vogliamo testimoniare.